Da quando la musica in formato digitale è diventata popolare i suoi fan hanno gradualmente maturato la volontà di ascoltarla con la massima qualità possibile.
I limiti tecnici e i costi ci hanno tenuti per un po’ lontani dal raggiungere questo obiettivo, che oggi non è più un miraggio!

Il mercato dei servizi di musica in streaming non è mai stato così florido e ne abbiamo parlato ampiamente in questo articolo, ma ci sono così tanti formati di musica digitale là fuori… per fare chiarezza abbiamo ideato questa guida.

Il master registrato in studio viene inciso alla risoluzione che definisce l’artista, ma poi l’album che noi ascoltiamo può essere convertito in una grande quantità di formati più o meno compressi che si dividono, come raffigurato in questa infografica, in 2 grandi famiglie:

Lossy audio Formats: in cui la qualità e i dati contenuti sono minori rispetto al file originale con conseguenti perdita di dettagli, ma a vantaggio della leggerezza del file. Questi formati sono spesso usati dai servizi di streaming, come Spotify e richiedono meno spazio di archiviazione.

Lossless: in cui la qualità del file generato è la medesima del master originale, senza alcuna perdita di qualità, richiedono però sistemi di archiviazione come NAS e non sono ideali per essere riprodotti in streaming utilizzando la connessione dei dispositivi mobili.

Cominciamo dalla prima famiglia Lossy (AAC, MP3, Ogg Vorbis e WMA)

AAC

Advanced Audio Coding o MPEG-4, è lo standard di default utilizzato da Apple per iTunes. I nostalgici che hanno posseduto un iPod si ricorderanno che importando i CD nel proprio MAC i file venivano convertiti in questo formato. A parità di bitrate occupa lo stesso spazio di un MP3 ma la conversione può essere di qualità superiore.

MP3

Acronimo di Moving Picture Expert Group-1/2 Audio Layer 3 è il formato audio compresso più utilizzato al mondo e introdotto per la prima volta nel 1998. Il suo algoritmo di compressione va a rimuovere alcuni dettagli della traccia audio che possono essere difficilmente ascoltati dall’orecchio umano. Comprimendo un file WAV si può ottenere un MP3 fino a 90 volte più leggero rispetto all’originale, ciò che varia sono i bitrate ovvero la la quantità di informazioni digitali (bit) che è trasferita o registrata in una unità di tempo, che possono oscillare dai 32 (scarsa qualità) ai 320 KB (ottima qualità) al secondo.

OGG Vorbis

È un formato Open Source di qualità paragonabile all’MP3, sconosciuto fino a poco tempo fa ma utilizzato ora da servizi come Spotify. OGG è l’estensione del file, mentre Vorbis è l’algoritmo di compressione.

WMA

Windows Media Player è il formato inventato da Microsoft in risposta allo standard MP3, la qualità è la medesima ma ha lo svantaggio di essere supportato solamente dai dispositivi di questo marchio.

Scopriamo ora le caratteristiche della famiglia Lossless (FLAC, ALAC, AIFF, WAV e DSD)

FLAC

Free Lossless Audio Codec. Si tratta del formato open source più utilizzato per il music download senza perdite di qualità rispetto alla sorgente originale. Un orecchio abbastanza attento è in grado di percepire facilmente le differenze rispetto ad un file di formato e qualità inferiore.
iTunes non supporta la riproduzione di questo formato poiché utilizza il proprio (ALAC)

ALAC

Apple Lossless Audio Codec, ovvero il FLAC per il mondo Apple, anche se in termini di peso non equipara il FLAC, è ideale solo se si usano i dispositivi con il marchio della mela.

AIFF

Apple è proprietaria anche di questo formato Audio Interchange File Format, che, è stato sviluppato basandosi sull’Interchange File Format della Electronic Arts ed è particolarmente adatto agli audiofili e a chi produce musica. Presenta essenzialmente le medesime caratteristiche del formato WAV ma senza compressione ed è utilizzato dagli artisti perchè consente di embeddare all’interno del file anche dei metadati come testi, note o altre informazioni.

WAV

WAVE form audio file format, è stato introdotto nel 1991 da Microsoft e IBM, è ancora in uso e rappresenta ciò che si ottiene quando si importa un CD musicale nel proprio computer Microsoft. Riproducendo un file di questo formato, che può essere letto anche da un MAC, si ricorre a una funzione speciale presente nella CPU di Intel. Sono file molto pesanti che arrivano al massimo a 2 GB e riproducono i suoni in maniera molto fedele

DSD

Direct Stream Digital è un marchio registrato di Philips e Sony sviluppato per il Super Audio CD. Utilizza un metodo di codifica che anziché prevedere profondità in bit maggiori, utilizza un solo bit ma a una frequenza di campionamento molto più elevata per registrare, archiviare e riprodurre una qualità del suono estremamente alta. La frequenza di campionamento originaria era di 2,822 MHz, e il relativo formato è noto come DSD64 (64 volte il campionamento usato dal CD), ma di recente sono state introdotte frequenze di campionamento più sofisticate, a DSD128 e DSD265. In alcuni studi di registrazione particolarmente evoluti viene utilizzato anche il formato DSD512.